Lettera d’amore di un ingegnere

Per deviazione professionale gli ingegneri utilizzano dei termini e delle frasi incomprensibili alla gente comune. Per deviazione mentale si utilizzano questi termini e frasi anche in casi del tutto estranei al loro ambiente principale. Qualche giorno fa ho parlato con un mio contatto usando termini e frasi “ingegneristici” per parlare di sensazioni e sentimenti… Ovviamente anche il mio contatto era uno studente di ingegneria altrimenti non ci saremmo capiti. Non ricordo chi abbia iniziato ma è stato bello “vedere” che ci era “più facile” esprimere in quei termini. Oltre a questo evento a spingermi verso la creazione di questo intervento c’è la seguente barzelletta sui matematici (gli ingegneri conosco un casino di barzellette sui matematici (loro nemico naturale), i fisici e ovviamente gli ingegneri…. )

 

“Ami di più la matematica o me?”

“Naturalmente no, cara, io amo te molto di più.”

“Allora dimostralo!”

“Dunque… Sia A l’insieme di tutte le cose amabili…”

 

Ecco dunque la mia mente malata partorire questa dichiarazione d’amore…

 

Spett.le Anonima,

 

le scrivo per comunicarle che fin dai primi dati teorici su di Lei in mio possesso ho colto l’innovazione e il progresso che Lei avrebbe potuto introdurre nella mia vita. In seguito alle prime analisi teoriche/matematiche/fisiche, della mia parte non materiale, decisi che era giunto il momento di affrontare il problema in maniera ingegneristica ma non avendo sufficienti dati ho provato ad interpolare le sensazioni che in me erano state create (o convertite? Non so se esiste se un principio di conservazione delle sensazioni) con un polinomio del 3^ ordine. Notai subito grandi scostamenti dai valori attesi e quindi riformulai il problema in modo da adattarlo ai primi dati empirici raccolti come attrazione magnetica ed effetti di forze a me sconosciute una volta entrato nel tuo campo. Questi successivi dati venivano ben interpolati da

una funzione trascendente e quindi difficilmente manipolabili ergo optai per una risoluzione numerica. Sfortunatamente l’algoritmo non convergeva, erano presenti “troppe” discontinuità. Dopo l’ennesimo algoritmo non andato a convergenza ero sul punto di mollare ma un mio collega impietositosi decise di darmi una mano e mi consiglio una buona soluzione di primo tentativo, ovviamente mi consigliò anche delle nuove condizioni al contorno in modo da rendere il tutto più leggero. L’algoritmo finalmente giunse a convergenza. Al momento attuale sono ragionevolmente certo di provare per voi il sentimento UNI EN ISO 10V3. Del tutto impreparato a tale situazione al momento non so come procedere. Ho applicato rarissime volte la sopracitata normativa, tra le più difficili da gestire a causa delle numerose variazioni ed eccezzioni e casi particolari. A rendere le cose ancor più difficili è poi che la versione da me usata in precedenza non è tra le ultime e quindi al momento non dispongo nemmeno della documentazione aggiornata però stò già risolvendo questa mia ultima mancanza però mi serve tempo per visionare nuovamente tutta la normativa. Al momento l’unica e la sola cosa che mi preme sapere è se tale risultato sia per voi biunivoco o meno….

 

Coordialmente

 

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P.S. Tale documento è stato inviato per conoscenza anche all’ Ill.issimo Dott. Cupido affinchè possa prendere gli opportuni provvedimenti.

3 commenti

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3 risposte a “Lettera d’amore di un ingegnere

  1. Anna Cascioli

    avevi ragione, chi nn studia ingegneria nn capisce niente.

  2. Azalea

    Ma è troppo bella!!!! Sei un genio!!! Certo che ricevere una dichiarazione del genere è del tutto originale … spero che la tua anonima sia un ing. altrimenti … chissà cosa potrà pensare … 😉

  3. Xabaras

    Grazie Capa… ^^

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