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Il mondo visto con gli occhi di un ingegnere.

Problemi

Questo intervento nasce come una risposta ad uno dei dei tanti link che girano su facebook. Il link in questione conteneva questa frase:

 

Ci sono due tipi di problemi nella vita. Quelli senza soluzione e quindi è inutile preoccuparsi e quelli che una soluzione ce l’hanno e quindi è inutile preoccuparsi.

 

Io mi trovo fortemente in disaccordo con questa affermazione. Cercherò di argomentare il mio punto di vista. Partiamo dalla radice: cosa è un “problema”? Per me un problema è un qualcosa che non va come noi volessivo o come noi ci aspettassimo che vada. Ora, forti questa definizione possiamo andare avanti.

La seconda definizione di cui abbiamo bisogno è di “problema senza soluzione”. Gli unici problemi di cui si è “certi” che non c’è soluzione sono quelli in cui il numero di incognite è maggiore del numero di “equazioni” (detta in maniera semplificata). Di questi problemi ce ne sono un casino e non è che la ricerca si è bloccata. In parecchi se ne sono “preoccupati” ed hanno riformulato il problema in maniera tale che diventi un problema risolvibile.

La morale è dunque che è sbagliato non preoccuparsi di qualcosa solo perchè si pensa che sia impossibile da risolvere. Bisogna interstardirsi e trovare il modo di risolverla, non gettare la spugna. Come diceva il madre della scienza (Galileo Galilei):

 

misura ciò che è misurabile e rendi misurabile ciò che non lo è

 

Il mezzo più potente per risolvere un problema è la sua analisi. Dopo quattro mesi di tesi posso dire che l’unica cosa che sto veramente imparando è l’ “analisi di un problema”… Una volta fatta una buona analisi la soluzione è immedita…. Se invece l’analisi non è buona la soluzione non è immediata e quindi ho si ha fortuna oppure si cambia il modo di analizzare. Il mio lavoro per la tesi è risolvere un problema parecchio complesso, un casino di variabili. “Non sapendo ne leggere ne scrivo” uso il metodo scientifico alla lettera: osservazione, ipotesi, convalida, teoria. Al momento non ho ancora trovato una “teoria”, sono nel loop dell’osservazioni e convalida però voglio svelare un segreto. Quando non capisco un qualcosa la “smonto”, la scompongo in tante piccole parti, studiandone una volta. Se non il comportamente della singola parte non è ancora “chiaro” allora divido ulteriolmente la precendente parte in tante altre mini parti e così via. Ovviamente di questo passo di potrebbe giungere a studiare i quanti ma per il momento non sono dovuto ad arrivare a tanto.

 

L’obiettivo dell’analisi è trovare la causa del nostro problema. Una volta trovata la causa le soluzioni del problema sono due:

  • eliminare la causa
  • eliminare gli effetti della causa.

Le due soluzioni sopra elencate sono completamente opposte. Una agisce sulla causa, eliminandola, l’altra invece agisce sull’oggetto da “proteggere”, magari con uno “schermo”. La prima soluzione è ovviamente la più efficare e la più sicuro ma spesso non può essere utilizzata, bisogna dunque accontentarsi…

 

Giusto per concludere faccio un breve accenno al secondo tipo di problemi della frase: i problemi risolvibili. Se già si sa che il problema è risolvibile allora non è un vero problema, è un problema apparente. Ad esempio pensare che sia impossibile scaldare l’acqua (per cucinare la pasta su un fornello) in quanto l’acqua va dove vuole lei, è un problema appartente. La soluzione già esiste: ci vuole una pentola. XD Il problema diventa dunque => procurarsi una pentola. E così via… Dover rispettare una “procedura” per fare un qualcosa non è un problema, è solo il modo di fare quella cosa. Il problema sorge quando tale procedura non è nota, e si torna al caso precedente.

 

Notte

 

 

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Limiti

Credo che mi toccherà farci l’abitudine a tutto questo bianco visto le “poche” possiblità di personalizzazione (su questa nuova piattaforma) e la mia connessione schifosa che non mi permette di girovagare troppo tra i vari temi suggeriti. Va bè… Pasienza… L’importante è essere tornato a scrivere… Quasi due mesi di assenza… Ce ne starebbe di roba da raccontare ma, come prassi, non vi farò di certo un sunto, non è un diardio questo blog. Ormai sono tutti eventi che non avranno spazio in questo libro virtuale.

 

Tornando all’intento vero di questo intervento e dunque partiamo dal titolo. La prima cosa che mi verrebbe in mente al sentire la parola “Limiti” è la canzone di Caparezza… La seconda cosa che mi verebbe in mente è l’accezione matematica del termine. Questo intervento però verterò sul terzo significato, credo quello più comune: qualcosa di definito, che ha fine. Ovviamente già detta così suona abbastanza triste come cosa ed infatti lo è. Tutto nasce dal lavoro per la mia tesi. E’ una settimana che cerco di costruire (letteralmente!) uno schermo. Ne avrò fatti una decina. Ogni volta trovato un punto debole e quindi miglioravo quell’aspetto. Ebbene, dopo una settimana di tentativi, credo di aver colto ogni criticità del problema. Oggi pomeriggio ho dunque costrutito la versione “Definitiva”. Il frutto di tutti i tentativi falliti, la creazione finale. Ci ho speso quasi due ore solo per costruirla, facendo attenzione ad ogni minimo particolare, concentrandomi completamente su di essa (non mi ero nemmeno accorto, tranne che a lavoro finito, che c’era il mio superviosore a 5 metri di distanza). Ogni minimo foro, ogni minima piega era coperta. Tutto perfetto. Lo schermo costruito era decisamente il massimo delle mie capacità. Come spesso capità dare il massimo non è sufficiente. Alla prova dei fatti lo schermo costruito non era un granchè. Gli effetti “schermanti” decisamente minimi, visibili ma minimi. Insomma delusione enorme.

 

Tutto questo mi ha ricordato che non è vero che impegnandosi si riesce sempre. Ognuno di noi ha dei limiti, livelli che non potrà mai raggiungere, desideri che non potrà mai soddisfare. Le frasi del tipo “I limiti esistono per essere superati” ora mi suonano vuote… Se si riuscisse a superarli vuol dire solo che non erano realmente dei limiti, che erano cose alla portata. Con questo non voglio cadere nel disfattismo cosmico. Se non si allungasse la mano non si potrebbe nemmeno capire se il barattolo di marmellata sia alla nostra portata o meno. Quindi bisogna sempre e comunque tentare, però bisogna anche essere sinceri con se stessi e capire che ci sono delle cose non alla portata. Magari con il passero del tempo questo limite si spingerà più avanti. Però rimarrà sempre un passo avanti a noi, non sarà mai dietro di noi in modo tale da poter dire di aver “superato” il limite.

 

p.s. Chiedo venia ma il bianco mi fa decisamente male e quindi interrompò fino a data da destinarsi il “patto” di rileggere quanto scritto.

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Sul nucleare

Perdonatemi ma quando è troppo è troppo… Uso il mio blog per rispondere a questo articolo: http://www.facebook.com/note.php?note_id=405037972647&id=82044863176 che ricopio interamente…

Nucleare, questione di buonsenso. Scanzano Jonico interroga il Governo

 

Scanzano Jonico, il Comune che nel 2003, amministrato dal centrodestra, promosse ‘la carica dei centomila‘ contro il dl che prefigurava un deposito di materiale radioattivo in Basilicata, vede una nuova minaccia per la regione nella decisione del governo di riportare il nucleare in Italia. La mobilitazione popolare di sette anni fa vide la partecipazione di un Nobel per la Pace, l’irlandese Betty Williams, che in quest’area ha voluto costruire ‘La Citta’ della pace per i bambini orfani delle guerre’, e fondare Ntnn, l’agenzia internazionale online d’informazione. Salvatore Iacobellis, alla guida dello stesso Comune, oggi governato dal centrosinistra, rileva il testimone dal suo predecessore e mette sotto la lente d’ingrandimento la politica energetica nel nostro Paese. “Non sono vittima -come molti miei colleghi di altre Regioni- della cosiddetta sindrome di ‘Nimby’ (not in my backyard): si’ al nucleare, ma non nel mio cortile”, ha premesso Iacobellis in un’intervista all’Agi, “Certo e’ che il nucleare tocca un nervo scoperto di Scanzano.

 

Ma vorrei che si creasse un clima di confronto e per questo mi permetto di porre al governo alcune domande, nella speranza che abbiano risposte”. Innanzitutto, chiede il primo cittadino di Scanzano “come si determina il prezzo dell’energia elettrica in Italia? Perche’ manteniamo in esercizio centrali nucleari obsolete che, di fatto, fanno lievitare il prezzo dell’energia elettrica?”. A proposito di costi, Iacobellis ricorda che “in Svizzera il prezzo e’ aumentato e in Germania costa 2,5 volte piu’ che in Francia: come mai?”. E ancora: “Il prezzo dell’energia elettrica prodotta con il nucleare e’ basso soltanto dove e’ sostenuto dallo Stato”. Considerato che anche l’uranio iniziera’ a scarseggiare nei prossimi 35- 40 anni, osserva poi, “perche’ non dobbiamo sviluppare la piu’ importante fonte energetica che la natura mette a disposizione senza limiti e a costo zero, cioe’ il sole?“. E, ancora, “perche’ l’Italia non punta sul nucleare innovativo che consiste nella possibilita’ di usare il torio, creando un reattore che non provoca reazioni a catena, non produce plutonio”. Senza contare che una centrale nucleare “costa 4-5 miliardi di euro e per la sua costruzione occorrono dieci anni oltre al problema delle scorie”. Una centrale solare termodinamica, con una soluzione di sali fusi a 600 gradi, che rilascia calore anche di notte costa 200 milioni di euro, si realizza in 18 mesi e produce 64 megawatt, osserva Iacobellis.

“Con 20 impianti di questo tipo si produce un terzo di energia di una centrale nucleare di 1 gigawatt: i costi sono ancora elevati, ma si ripagano in sei anni e l’impianto ne dura trenta. Perche’ non si va verso questa direzione?”.

L’accordo per la Francia per la costruzione in Italia di 4 centrali con tecnologia Epr sembrerebbe un affare soltanto per le aziende francesi e per il governo di Parigi, osserva, poiche’ alle aziende italiane (se saranno certificate) andrebbe in appalto una quota del 40%. Indipendentemente dall’esito del contenzioso costituzionale tra Stato e Regioni, inoltre, per il sondaco di Scanzano “e’ bene ricordare che a seguito del risultato del referendum costituzionale del 1987, che abrogo’ tre norme sottoposte a votazione, se un Comune d’Italia si rifiuta di accogliere una centrale nucleare, il governo non puo’ imporglielo”. E ancora: “Perche’ non si fanno forti investimenti sulle ’smart grid’ -le reti intelligenti di distribuzione di energia elettrica con tecnologia informatica- visto che oggi l’inadeguatezza della rete elettrica e’ gestita staccando l’eolico nei periodi di picco, per cui per colpa della rete si limita al 30% la potenzialita’ dell’eolico in Italia?“. Perche’ nonostante il parco centrali elettriche italiane sia in grado di coprire il fabbisogno interno sia di base sia di picco, importiamo energia dall’estero? Perche’, inoltre, “anche i Paesi privi di centrali nucleari hanno costi di produzione dell’energia elettrica inferiori all’Italia (dal 25 al 45%) e perche’ in Italia il 7% della bolletta elettrica e’ costituito da prelievi CIP6, formalmente introdotti per finanziare le energie rinnovabili, ma in pratica utilizzati in gran parte, in violazione delle normative europee, per finanziare l’incenerimento dei rifiuti solidi urbani e la combustione di scarti di raffineria”. Chiede Iacobellis: “si puo’ affermare che l’unica modalita’ di generazione dell’energia che potrebbe considerarsi interna e’ quella che fa affidamento sulle fonti rinnovabili, visto che la dipendenza estera francese e’ a livelli paragonabili a quelli Ue?”. E infine: “l’agenzia ‘American Indipendent Wisconsin Environment’ ha affermato che per ridurre di 6 miliardi di tonnellate le emissioni di anidride carbonica bisognerebbe costruire 100 centrali nucleari e tenerle in esercizio per almeno vent’anni.

Con lo stesso investimento in efficienza energetica ed energie rinnovabili si potrebbe ottenere il doppio nello stesso periodo di tempo. Non sorge il dubbio che abbiamo intrapreso la strada sbagliata?“. (AGI)

 

http://www.9online.it/blog_emergenzarifiuti/2010/07/02/nucleare-questione-di-buonsenso-scanzano-jonico-interroga-il-governo/#more-9138

 

Partiamo dal presupposto che io sono contrario al Nucleare in Italia ma per ragioni che non mi dilungo qui a spiegare ma quando vedo gente ignorante porre domande idioti non riesco a trattenermi…

Andando con ordine:

come si determina il prezzo dell’energia elettrica in Italia? Perche’ manteniamo in esercizio centrali nucleari obsolete che, di fatto, fanno lievitare il prezzo dell’energia elettrica?

 

Il prezzo dell’energia elettrica è determinato secondo l’ovvia logica della domanda e dell’offerta. Ovviamente chi ha una posizione quasi monopolista, un nome a caso, Enel, riesce a manipolare meglio questa logica… Nessuna centrale nucleare italia produce energia elettrica quindi non sono solo che fanno aumentare il prezzo dell’energia consumata sulla bolletta… C’è però una voce di costo in bolletta che serve a ripagare i costi del nucleare vecchio, lo smantellamento prematuro delle centrali… Su questo si che c’è da discutere ma non di certo perchè l’energia elettrica del nucleare in Italia è cara… -.-

 

perche’ non dobbiamo sviluppare la piu’ importante fonte energetica che la natura mette a disposizione senza limiti e a costo zero, cioe’ il sole?

 

La risposta a questa domanda è talmente banale che il sindaco dovrebbe vergognarsi di porla… I fattori pricipali sono due… In ordine di importanza il primo è che il fotovoltaico ha bisogno di grandi superfici e noi non abbiamo grandi deserti… Si dovrebbero occupare i campi per fare grosse centrali… Un conto è occupare campi non coltivabili, che comunque forse potrebbero servire per il pascolo, non ho idea… Ma di sicuro ciò fa incazzare i contadini ed i pastori… Il secondo motivo è che il Sole è una fonte aleatoria e questo crea casini nella gestione della rete elettrica nazionale…. Sicuramente però anche perchè la nostra rete elettrica fa anche schifo… Ma visto che non credo che si abbia intenzione di rifarla a breve, per il momento io so che si è, in Italia, in grado di gestire max il 20% della produzione totale aleatoria… Il rimanente 80% deve essere prodotto da fonti “affidabili”…

 

perche’ l’Italia non punta sul nucleare innovativo che consiste nella possibilita’ di usare il torio, creando un reattore che non provoca reazioni a catena, non produce plutonio

 

Questa frase meriterebbe un Demotivational con scritto enorme “CAPITAN OVVIO”…. Questa obiezione è portata avanti da tutti, ma proprio tutti, gli ignoranti (nel senso letterale del termine, ovvero che ignorano l’argomento in questione) che aprono bocca sul nucleare… Il Nucleare pulito di IV generazioen NON ESISTE… E’ un puro concetto “filosofico”… Non è nemmeno a livello prototipale… Si sono posti degli obbiettivi e stanno cercando il modo più intelligente e sicuro per raggiungerli. Al momento il massimo della tecnologia REALMENTE ESISTENTE è la così detta generazione III+ di cui gli EPR fanno parte…

Di solito, nella vita reale, la risposta che io do è qualcosa del tipo: “perchè ti compri l’iPod 4 quando invece l’iPod5 è migliore?”

 

costa 4-5 miliardi di euro e per la sua costruzione occorrono dieci anni oltre al problema delle scorie

 

A me è stato detto che per costruirla servono 5 anni… La grossa bega è avere tutti i permessi… Quindi quel tempo dipende dalla nazione… In Italia quindi potrebbero starci anche 50 anni solo per aver tutti i permessi vista la nostra efficente burocrazia…

Il problema delle scorie è l’unico problema serio finora sollevato ma, sempre dal mio personalissimo punto di vista, preferisco avere qualcosa di letale ma estremamente concentrato e confinato e quindi sorvegliabile, al posto di avere altro che non è letale, ma fa male ugualmente, sparso per tutto il pianeta… Cielo, terra ed acque comprese…

 

una centrale nucleare “costa 4-5 miliardi di euro e per la sua costruzione occorrono dieci anni oltre al problema delle scorie”. Una centrale solare termodinamica, con una soluzione di sali fusi a 600 gradi, che rilascia calore anche di notte costa 200 milioni di euro, si realizza in 18 mesi e produce 64 megawatt, osserva Iacobellis.


Con 20 impianti di questo tipo si produce un terzo di energia di una centrale nucleare di 1 gigawatt: i costi sono ancora elevati, ma si ripagano in sei anni e l’impianto ne dura trenta. Perche’ non si va verso questa direzione?.

 

Facendo finta per 5 min che la matematica non è un opinione e senza stare a litigare sui costi effettivi ma usando le stesse identiche cifre qui utilizzate il conto verrebbe così…

Centrale nucleare da 1GW= 4-5E+9 (4-5 miliardi)

Centrale solare termodinamico da 1/3 GW (un terzo di 1GW) =20*200E+6 (200 milioni) =4E+5 (4 miliardi)

A conti fatti il solare termodinamico verrebbe a costare il triplo della central nucleare e durebbe 30 anni… Prima di tutto mi chiedo come cacchio fanno a dire che dura 30 anni quando esiste solo da qualche anno e quindi non esistono impianti che hanno già raggiunto quella vita… Seconda cosa le centrali nucleari non sono fatte per funzionare 30 anni ma per funzionarne 60…

 

Perche’ non si fanno forti investimenti sulle ’smart grid’ -le reti intelligenti di distribuzione di energia elettrica con tecnologia informatica- visto che oggi l’inadeguatezza della rete elettrica e’ gestita staccando l’eolico nei periodi di picco, per cui per colpa della rete si limita al 30% la potenzialita’ dell’eolico in Italia?“.

 

Questa è una domanda intelligente anche per quanto sopra detto… Ci terrei però a preciare, come sopra accenato, che non è una limitazione sull’eolico ma su tutte le fonte aleatorie quindi anche il fotovoltaico… -.-

 

Perche’ nonostante il parco centrali elettriche italiane sia in grado di coprire il fabbisogno interno sia di base sia di picco, importiamo energia dall’estero?

 

La risposta è solo una… Per ragioni economiche… In determinate fasce orarie (ad esempio la notte) costa di meno l’energia elettrica prodotta dalla centrali nucleari francesi che quella prodotta dalle nostre centrali a carbone o turbogas… Tutto qui…

 

Aggiungerei però il fatto che a me è sempre stato detto che non abbiamo un parco elettrico tale da coprire tutti i carichi in maniera continuata…

 

anche i Paesi privi di centrali nucleari hanno costi di produzione dell’energia elettrica inferiori all’Italia (dal 25 al 45%) e perche’ in Italia il 7% della bolletta elettrica e’ costituito da prelievi CIP6, formalmente introdotti per finanziare le energie rinnovabili, ma in pratica utilizzati in gran parte, in violazione delle normative europee, per finanziare l’incenerimento dei rifiuti solidi urbani e la combustione di scarti di raffineria

 

Perchè in Italia i politici ed affini rubano su tutto… L’introduzione del CIP6 fu una stronzata pazzesca che fu fatta e di cui paghiamo ancora le conseguenze… Comunque, con la nuova normativa europea, che l’Italia dovrebbe recepire a breve, non si avranno più in futuro questi casini però i guai del passato rimangono comunque da pagare…

 

si puo’ affermare che l’unica modalita’ di generazione dell’energia che potrebbe considerarsi interna e’ quella che fa affidamento sulle fonti rinnovabili, visto che la dipendenza estera francese e’ a livelli paragonabili a quelli Ue?

 

Qui mi rotolo veramente dalle risate… Non so cosa si intende qui per “dipendenza”… Il fatto che si importi energia? Se si… In quale forma… Su questi numeri ci giocano molto gli imbroglioni… Come disse un mio grandissimo professore di fisica “l’energia è un concetto astratto, nessuno sa cosa sia…”…

Bisogna dunque sempre specificare che forma di energia si sta considerando… Uno stato importa “energia” principalmente sotto due forme: energia elettrica ed idrocarburi.

Visto che la Francia vende l’energia a noi ed ad altri paesi, anche considerando il fatto che d’estate è in crisi e quindi forse compra energia dai paesi vicini, la vedo dura chiudere il bilancio annuale di energia elettrica in passivo…

Se si parla o si contano anche gli idrocarburi allora si vuole solo imbrogliare… Perchè gli idrocarburi vengono usati anche per il trasposto, il riscaldamento ed altre forme quindi si sta facendo una marmellata di troppe cose ed i numeri iniziano a perdere significato….

FINE dello sfogo…

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3 e mezzo

E’ da un bel pò che non scrivo… Tutta colpa degli esami… Questo ciclo ho superato me stesso… Sono riuscito a fare 3 esami e mezzo, senza abbassarmi la media! Un risultato mostroso, non mi credevo davvero capace di una cosa del genere… Ad essere sincero non mi considero ancora capace di una cosa del genere ma ci sono comunque riuscito… In verità il giorno 16, dopo un esame veramente pesante e distruttivo, stavo per mollare.. L’unica cosa che mi ha fatto trovare la forza di tirare avanti con le unghie ed i denti per altri 3 giorni pieni come non mai è stato il “supporto” di una mia amica. Il supporto è stato abbastanza conciso ma efficace: “quell’esame in 3 giorni si riesce a farlo”… Io veramente non ci avrei scommesso un penny bucato visto la mia lentezza nel memorizzare le cose ma ho preso quella frase come uno stimolo per superarmi. Ho studiato tantissimo per dimostrare a me stesso che potevo riuscirci… Insomma quelle semplici parole, dette da lei, sono state sufficienti a darmi la forza di supearmi. Una sensazione mai vissuta prima. Io di mio sono abbastanza accidioso, sono veramente le cose per quali mi “uccido”. Lei è riuscita a farmi uccidere per un esame. Non c’era riuscito niente e nessuno. Ho studiato veramente come non mai, sacrificando le mie già “scarse” (dormo pochissimo di mio) ore di sonno per studiare e ripetere… Ho consumato non so quanti fogli ed un’intera penna bic per ripassare fino all’esaurimento (e ci sono andato vicino) gli argomenti dell’esame. Ieri notte per un momento mi sono trovato veramente perso. Ero in una situazione tragicomica… Avevo talmente sonno che mi faceva male la testa ma lo stesso mal di testa mi impediva di addormentarmi. Stavo veramente per collassare. Poi però ho trovato il modo per prendere sonno e sono riuscito ad addormentarmi. Alla fine però sono riuscito! E lo devo tutto a lei, lei che mi ha dato la forza di provare questa folle impresa. Si ok era un mio pensiero fare questo esame oggi ma immaginavo di partire con un minimo di preparazione il giorno 17… Avrei mollato il 17 mattina, ritenendo la cosa infattibile. Insomma ho imparato realmente ed a mie spese una cosa semplicissima, quasi banale… Non si può dire che una cosa è “impossibile” se non ci si sforza per attuarla, renderla reale. Una lezione veramente importante… 🙂

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Xchè Si!

Non fatevi ingannare da titolo, non ho intenzione di scrivere come i Bimbominkia ma era solo un nostalgico richiamo all’album omonimo degli Articolo31… Quello di cui voglio però scrivere oggi non centra nulla con gli ormai defunti Articolo31 ma con un’abitudine degli ingegneri, a tutti i livelli, dagli studenti ai professori… Questo vizio è causato dalla preparazione e dal lavoro degli ingegneri… A differenza dei matematici e dei fisici noi siamo costretti a rapportarci fortemente con il mondo reale ed è nostro compito fornire dei risultati quanto più plausibili possibile ed in tempi ridotti (ed anche a costi ridotti)… Questo modo di vivere non ci permette dunque di essere troppo puntigliosi ed esigenti quindi siamo ignoranti in tantissime cose…. Utilizziamo tanti mezzi matematici e modelli fisici senza capirli a fondo… L’ingegnere è anche un essere superiore quindi non ammetterebbe mai di ignorare una qualsiasi cosa e per questo, a fronte di certe domande da altri essere inferiori (sono considerati esseri inferiori dai professori anche gli studenti di ingegneria) risponde: “Perchè Si!”. Questa espressione ha però diversi significati e solo un altro ingegnere può capire a fondo la sottile differenza tra di essi… I principali sono:

1) Non lo so ma non lo ammetterò mai con te…

2) Non lo so ma non mi serve e tanto funziona così quindi è giusto…

3) Non hai le competenze per capire a fondo la questione… (è anche causato dall’insana consuetudine (da parte degli ingegneri) di complicare anche le cose più semplici…

4) Non ho voglia di spiegartelo…

5) Forse non hai le competenze per capirlo e comunque non ho tempo da perdere per spiegartelo partendo dal tuo livello di conoscenze…

6) Non ti è dovuto saperlo…

7) Credici oppure, se insisti, sarò costretto a seppellirti con tonnellate di dimostrazioni…

La cosa divertente, spesso riscontrata in taluni tutor e prof non particolarmente competenti, è quella di parlare anche per 15 min facendo finta di rispondere alla domanda quando in realtà la risposta è appunto “Perchè Si!”… Questa abitudine è particolarmente odiosa in quanto fa perdere tempo e neuroni, per cercare di capire un inutile giro di parole… Coloro che insegnano dovrebbero sapere che ormai, dopo parecchi anni di ingegneria, gli studenti non sono così immaturi da pretendere una spiegazione a tutto in quanto hanno ormai imparato che non si può spiegare tutto delle formule usate quindi se non si sa qualcosa non c’è nulla di male… Incontriamo sempre nei corsi formule che, nei migliori dei casi sono il risultato di anni di studio di matematici/fisici, si usano perchè funzionano e basta… In fondo il nostro compito è quello, far funzionare le cose… Non dobbiamo capirle completamente, dobbiamo solo capirle quanto basta per poterci lavorare… Semplificare, linearizzare è il nostro triste fine…

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