Problemi

Questo intervento nasce come una risposta ad uno dei dei tanti link che girano su facebook. Il link in questione conteneva questa frase:

 

Ci sono due tipi di problemi nella vita. Quelli senza soluzione e quindi è inutile preoccuparsi e quelli che una soluzione ce l’hanno e quindi è inutile preoccuparsi.

 

Io mi trovo fortemente in disaccordo con questa affermazione. Cercherò di argomentare il mio punto di vista. Partiamo dalla radice: cosa è un “problema”? Per me un problema è un qualcosa che non va come noi volessivo o come noi ci aspettassimo che vada. Ora, forti questa definizione possiamo andare avanti.

La seconda definizione di cui abbiamo bisogno è di “problema senza soluzione”. Gli unici problemi di cui si è “certi” che non c’è soluzione sono quelli in cui il numero di incognite è maggiore del numero di “equazioni” (detta in maniera semplificata). Di questi problemi ce ne sono un casino e non è che la ricerca si è bloccata. In parecchi se ne sono “preoccupati” ed hanno riformulato il problema in maniera tale che diventi un problema risolvibile.

La morale è dunque che è sbagliato non preoccuparsi di qualcosa solo perchè si pensa che sia impossibile da risolvere. Bisogna interstardirsi e trovare il modo di risolverla, non gettare la spugna. Come diceva il madre della scienza (Galileo Galilei):

 

misura ciò che è misurabile e rendi misurabile ciò che non lo è

 

Il mezzo più potente per risolvere un problema è la sua analisi. Dopo quattro mesi di tesi posso dire che l’unica cosa che sto veramente imparando è l’ “analisi di un problema”… Una volta fatta una buona analisi la soluzione è immedita…. Se invece l’analisi non è buona la soluzione non è immediata e quindi ho si ha fortuna oppure si cambia il modo di analizzare. Il mio lavoro per la tesi è risolvere un problema parecchio complesso, un casino di variabili. “Non sapendo ne leggere ne scrivo” uso il metodo scientifico alla lettera: osservazione, ipotesi, convalida, teoria. Al momento non ho ancora trovato una “teoria”, sono nel loop dell’osservazioni e convalida però voglio svelare un segreto. Quando non capisco un qualcosa la “smonto”, la scompongo in tante piccole parti, studiandone una volta. Se non il comportamente della singola parte non è ancora “chiaro” allora divido ulteriolmente la precendente parte in tante altre mini parti e così via. Ovviamente di questo passo di potrebbe giungere a studiare i quanti ma per il momento non sono dovuto ad arrivare a tanto.

 

L’obiettivo dell’analisi è trovare la causa del nostro problema. Una volta trovata la causa le soluzioni del problema sono due:

  • eliminare la causa
  • eliminare gli effetti della causa.

Le due soluzioni sopra elencate sono completamente opposte. Una agisce sulla causa, eliminandola, l’altra invece agisce sull’oggetto da “proteggere”, magari con uno “schermo”. La prima soluzione è ovviamente la più efficare e la più sicuro ma spesso non può essere utilizzata, bisogna dunque accontentarsi…

 

Giusto per concludere faccio un breve accenno al secondo tipo di problemi della frase: i problemi risolvibili. Se già si sa che il problema è risolvibile allora non è un vero problema, è un problema apparente. Ad esempio pensare che sia impossibile scaldare l’acqua (per cucinare la pasta su un fornello) in quanto l’acqua va dove vuole lei, è un problema appartente. La soluzione già esiste: ci vuole una pentola. XD Il problema diventa dunque => procurarsi una pentola. E così via… Dover rispettare una “procedura” per fare un qualcosa non è un problema, è solo il modo di fare quella cosa. Il problema sorge quando tale procedura non è nota, e si torna al caso precedente.

 

Notte

 

 

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