Uomo – Donna

E’ da troppo tempo che non scrivo un intervento “ingegneristico” ergo rimedio immediatamente…

Per divertirmi (ed anche perchè da qualche giorno la mia mente è dominata solo da questi pensieri) uso l’ingegneria per descrivere una cosa nient’affatto ingegneristica… L’interazione Uomo – Donna…

Parto come base dallo studio delle particelle elementari (visto che ora sto studiano quelle)…

La particella elementare “Uomo” (d’ora in poi abbreviata U) isolata e/o immersa in un campo di particelle della stessa specie ha un comportamento perfettamente descrivibile da equazioni analitiche “maneggiabili”/risolvibili e quindi prevedibili… In altre parole la curva che descrive il comportamento della particella U è una curva continua regolare, derivabile N volte (N grande a piacere) con N derivate continue e regolari, niente punti angolosi, niente cuspidi, niente punti angolosi…

Il comportamento di una particella U in seguito all’interazione non repulsiva con una particella Donna (d’ora in poi D) non è invece analiticamente descrivibile.. Il suo moto diventa puramente stocastico, caratterizzato da delte di Dirac di felicità, sia positive che negative, spesso in rapida successione… In questo transitorio iniziale così turbolento la particella U deve lottare e resistere a delle forze e dei momenti veramente distruttivi… Se riesce ad uscirne vivo raggiungerà una zona di moto meno turbolento dove le delta di Dirac diventano meno frequenti e molte iniziano anche a cambiare forma, ammorbidendosi, diventando delle gaussiane… L’interazione però non deve mai arrivare ad avere derivata nulla in quanto, se tale situazione si venisse a creare e
diventare duratura nel tempo, sarà solo il punto d’inizio della parte finale della funzione a derivata negativa (più o meno elevata) che porterà la funzione a raggiungere (più o meno velocemente) lo zero e magari anche ad oltreppassarlo senza mai cambiare segno di derivata e a quel punto scoprire davvero cosa significa tendere a “meno infinito”…

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