Archivi categoria: From school to blog

Il mondo visto con gli occhi di un ingegnere.

Percezione

Prendo spunto da una considerazione nata a lezione sulle radiazioni naturali. La popolazione è spesso, giustamente contraria all’installazione di centrali nucleari per paura delle radiazioni. La cosa divertente è che però ignora il fatto che le radiazioni subite in più dovute alla centrale nucleare sono massimo un decimo di quelle naturali tollerate dalla normativa. Per spiegarmi meglio, una centrale nucleare darebbe 1 di radiazioni in più rispetto a quella naturale di quella zona che potrebbe essere anche pari a 10 senza che nessuno prenda provvedimenti. Dal mio punto di vista (ovvero punto di vista tecnico) sempre radiazioni sono, sia che vengano da una centrale sia che provengano dall’ambiente tipico di quella zone, il loro effetto è lo stesso, ma per la popolazione sono cose molto diverse. A renderle diverse è la loro percezione, la popolazione percepisce le radiazioni naturali come pericolosissime, quelle naturali, la maggior parte, non sa nemmeno che esistono. La percezione è dunque qualcosa che trascende la realtà, una stessa cosa può essere percepita in maniera diversa a seconda della situazione e della persona. La percezione devia i nostri sensi, parte da concetti a priori ed interpreta la realtà in modo tale da confermare l’ipotesi aprioristica. Falsa qualsiasi analisi critica. Per ovviare a queste cose però esistono gli amici, essi sicuramente percepiranno qualcosa di diverso, magari più obbiettiva o almeno lo ci si augura. Ma anche con loro la cosa non è semplice, è difficile cambiare la propria ipotesi con le interpretazioni degli altri perchè, come detto prima, nella realtà vediamo le prove di essa, o almeno crediamo di vederle. Sinceramente non mi viene in mente come uscirne fuori, l’unica speranza è vacillare nell’ipotesi aprioristica e quindi riuscire a prendere in considerazione anche altre spiegazioni. Il processo andrebbe poi iterato fino a convergere ad una soluzione sperando che sia realmente esatta. Il problema dei processi iterativi è che comunque serve un valore di primo tentativo, la soluzione dipende (spesso) fortemente da esso, con un valore di primo tentativo troppo errato anche un buon algoritmo potrebbe non convergere.

2 commenti

Archiviato in From school to blog

Meno male che ci sono i medici…

Questo intervento nasce in particolar modo grazie ad un mio prof ma la storia non è recente… Tutto è cominciato alle elementari, verso la 5^ elementare.. Il passaggio dal quaderno a righe dove ogni riga in cui scrivere era in realtà composta da 3 righe al quaderno in cui tutti i righi erano uguali… Grazie ad esso la mia scrittura era libera da vincoli e poteva dare il “meglio” di se… Naturalmente dalle elementari fino ad ora c’è stato una processione di prof “disperati” a causa della mia scrittura che ora vi racconto…

CORSIVO:

Scrivo leggermente grande come dimensione media delle lettere e poi non avendo per nulla abbandonato la scrittura del corsivo puro (faccio anche le maiuscole in corsivo a differenza del 99.99% delle persone dalle medie in poi) tutte le lettere sono attaccate le une alle altre generando un macello… Le “r” sono le lettere che mi escono peggio ma un pò tutte si assomigliano… I nomignoli più usati sono: zampe di gallina, sismografo e similari… L’avvenimento più recente risale a qualche mese fa in cui una mia collega (che scrive in maniera perfetta, meglio del pc) stando accanto a me fisso un pò i miei fogli e poi “disperata” disse che io non conoscevo le lettere ma usavo solo ideogrammi…

STAMPATELLO MAIUSCOLO:

Lo stampatello mi esce sempre piccolo come dimensioni… Alla fine scrivendo in stampatello non è che si ha molta libertà di interpretazione ma ciononostante sono riuscito a fare casini anche qui… Per un vizio preso alle superiori faccio le “N” e le “R” ( e le “O”) al contrario… Sarebbero dritte se lette da destra verso sinistra… Queste lettere le scrivo sempre al contrario, negli appunti ma perfino ai compiti infatti mi tocca sempre cancellare e scriverla da capo… Mitica la lezione di giovedì in cui ero alla lavagna e praticamente avevo tutte le mani bianche a furia di cancellare le N e le R, il fatto brutto è anche sforzandomi di scrivere normale e quindi pensandoci non mi esce spontaneo, devo scrivere male e poi correggermi… La colpa di questo l’attribuisco al fatto che scrivo estremamente veloce… Bah…

Tornando al prof che ha ispirato questo intervento… Tutto cominciò dopo il primo parziale in cui si lamentò in generale dei disordine dei compiti e ci rimproverò che il più ordinato era stato perfino un mancino, di regola più in difficoltà dei destri… Dopo questo rimprovero generale però disse che c’erano dei compiti veramente al limite della leggibilità e si avvicinò a me chiedendomi conferma… Era ovvio che parlava di me… Finì, per quel giorno, dicendo che tanto se non riusciva a leggere metteva 0… Qualche giorno dopo alla consegna dei compiti continuò il discorso “rimproverarmi” di persona dicendomi che per quella volta si era fatto aiutare dalla moglie che è infermiera e quindi abituata alla scrittura dei medici e dunque riusciva a decifrare i miei segni… Ciononostante nel compito era scritto in un punto che i numeri erano totalmente illeggibili… Sigh…

5 commenti

Archiviato in From school to blog

Funzione “Amore”(?)

Gironzolando come mio solito mi sono imbattuto in questo stupendo sito ( http://xkcd.org/) e randomizzando le immagini mi sono imbattuto in questa immagine (link: http://xkcd.org/55/)

Forse non a tutti voi farà ridere l’immagine ma io la trovo troppo lollosa… Continuando a sparare cretinate potrei dire che forse come molte leggi di natura l’amore potrebbe seguire una legge esponenziale/logaritmica cosa non presa in considerazioni tra le diverse formule nell’immagine… Volendosi invece sforzare a dire cose serie posso solo ammettere che non esistono funzioni in grado di descrivere il fenomeno, forse i matematici che sono più astratti riescirebbero a trovare formule ma sempre cominciado il loro discorso dicendo: “Supponiamo per assurdo che l’amore non esiste… ” In fin dei conti trovare una funzione che descriva l’amore non credo sia il massimo, perderebbe il suo mistero e la sua “irrazionalità”, insomma, sarebbe una cosa come un’altra… Diventerebbe scontato come le principali leggi della fisica… Insomma… Una tristezza assoluta… Meno male che non è stata trovata nessuna funzione… Nemmeno una sperimentale o derivante da estrapolazioni… ^^

Buona Notte a tutti… ^^

1 Commento

Archiviato in From school to blog

Gestore Mercato Elettrico italiano

Premetto che non farà un discorso tecnico ma solo qualitativo ma certe cose fanno davvero ridere e non è mai giusto ridere da solo. Faccio un piccolo sunto di alcune cose di carattere generale.

 

Come tutti sanno ci sono molte applicazioni che richiedono l’uso dell’energia elettrica e naturalmente l’energia elettrica non si trova in delle miniere ma bisogna trasformarla da altre fonti quindi esistono le aziende che producono energia elettrica ed ovviamente utilizzatori che la consumano. A far da tramite tra queste due categorie c’è il Gestore del Mercato Elettrico (GME) che compra energia elettrica dai produttori e la rivende agli utilizzatori. Come forse tutti sanno l’energia elettrica non si può trasportare in camion o navi ma ha bisogno di apposite linee di trasmissione, i cavi sopra le nostre teste ed anche sotto la strada e i mari. I fini del GME non dovrebbero essere di profitti ma solo fini sociali. Ho usato il condizionale perchè a lezione giovedì scorso sono stato un’ora a sbellicarmi dalle risate dopo aver scoperto come funzionano realmente le cose. Per una serie di considerazioni che qui non riporto (sono disponibile per chiarimenti più tecnici, basta chiedere in un commento.. ^^) risulta che peggiori sono le linee di trasmissione più alti sono i profitti del gestore della rete. La cosa fa ridere in quanto dovrebbe essere lui ha creare/migliorare le “efficienti” linee elettriche italiane ma così facendo poi non guadagnerebbe più, insomma, dovrebbe fare degli interventi costosi per diminuire/annullare i suoi profitti. Non sò a voi ma a me fa ridere tanto questa cosa. Il povero prof facendo l’avvocato del diavolo (secondo me anche lui sa che questa cosa non può funzionare) dice che i soldi che il gestore della rete guadagna servirebbero a creare nuove linee elettriche e per la manutenzione delle esistenti e che tramite un apposito mercato debba restituire quanto guadagnato a causa della linea insufficiente. Anche su quest’ultima cosa c’è però da ridere. Mi spiego meglio… Se la linea è insufficiente il gestore guadagna tot soldi che però gli utilizzatori/produttori possono aggiudicarsi concorrendo in un’asta. Insomma… Utilizzatori e produttori devono vincere in un asta i soldi che dovrebbero essere loro di “diritto”, è come se dicessero ad un impiegato di concorrere in un ogni fine mese per prendersi lo stipendio, la cosa è da rotolarsi per terra per 10 km… Insomma… Più scopro cose nuove, più mi sbellico dalle risate..

 

p.s. Ad eventuali pignoli che obietterebbero dicendo che l’asta non è proprio così perchè ci sono da fare dei conti di analisi di rischio etc… io rispondo dicendo che in alcune zone sicuramente la linea sarà insufficiente tutti i giorni alla stessa ora e quindi per me è una certezza, non c’è da fare nessuna analisi… Questo è un mio pensiero e volevo sinceramente documentarmi sull’apposito sito del gestore ma è brutto e non mi andava… ^^

Lascia un commento

Archiviato in From school to blog

Pasto veloce

Quando ero piccino (prima di andare all’uni) sentivo ai telegiornali (eh si, non vedevo solo cartoni come ora) che sempre più gente “preferisce” al pranzo normale un pasto veloce, di solito freddo che si traduce in panino con affettati o peggio McDonald’s e similari… Così come la cantava il telegiornale io credevo che la gente si fosse impazziata… Preferire un panino ad un pasto decente (=pasta) è roba da folli…

 

Poi sono cresciuto e sono andato all’uni ed ho scoperto che non è che uno “preferisce” il pasto veloce, è costretto ad arraggiarsi visto il ritmo e l’orario indecente che spesso uno si ritrova… Aggiungendo poi il fatto che nelle grandi città spesso andare dall’università a casa non è che ci metti proprio 5 min, ce ne vogliono in alcuni casi anche 45… Insomma il telegiornale come spesso accade dice quello che vuole lui dando la colpa del mangiar male alle cattive abitudini degli italiani senza contare il fatto che a volte ci sono effettive esigenze dietro…

 

Nessuna compresione meritano però quelle persone che volontariamente vanno ad avvellenarsi nei fast food il sabato sera quando escono o anche le sere normali per pigrizia, per non doversi cucinare qualcosa da soli e lavarsi i piatti… Bah… Io non riesco a capirli… Si spende di più, si mangiano cose di dubbia qualità (o meglio di certificata non qualità) e poi non cucinando non si impara e quindi più si va avanti, non cucinando, e peggio è… Poi c’è una puzza di fritto che ti tramortisce anche solo passando dall’esterno, come fanno a starci dentro? Non respirano? Se respirano… L’olio poi condensa nei polmoni? Insomma… E’ una cosa al di fuori della portata della mia misera mente…

 

Questo intervento non vuole dire niente, è solo che questa sera passando davanti ad un McDonald’s l’ho visto pieno di gente e allora mi andava di scriverci qualcosa…

Lascia un commento

Archiviato in From school to blog